MuoverSi contro il tumore è un programma di recupero e si rivolge a Donne che hanno subito un intervento invasivo alla mammella e che hanno avuto una ricostruzione mammaria, aiutandole a riacquistare mobilità e migliorare la qualità della vita.
L’allenamento post-operatorio del Pink Ribbon Program a sostegno del processo di guarigione è stato ideato da Doreen Puglisi ed è riconosciuto dalle più importanti Organizzazioni mondiali, in Italia viene viene condiviso e applicato dai fisioterapisti dello I.E.O. di Milano.
Pink Ribbon permette il ripristino della capacità di movimento del braccio e della spalla interessati, aiutando a riprendere le normali attività quotidiane, diminuendo la rigidità delle articolazioni ed arrecando benefici al benessere psico-fisico
Una diagnosi di cancro e la successiva terapia sono eventi che incidono profondamente sulla vita di una
persona. Sono ferite per il corpo e per la psiche.
Negli ultimi anni l’aspettativa di vita di molti malati di cancro si è notevolmente allungata grazie alla diagnosi precoce e al miglioramento delle terapie: una buona ragione, per guardare avanti.
Ci sono vari modi per alleviare gli effetti collaterali negativi del cancro e delle terapie, per ripristinare le
proprie capacità fisiche, riacquistare fiducia in se stessi e riscoprire la gioia di vivere; una di queste è
svolgere attività fisica con regolarità. Lo sport in bambini, adolescenti e adulti ammalati di tumore è un
“toccasana” .
Obiettivo principale del programma “muoverSi contro il tumore”
-contro il Tumore durante e dopo le terapie oncologiche. I limiti imposti dalla malattia (talvolta
permanenti) spesso rappresentano un freno alla ripresa di tutte le attività che si svolgevano prima della
comparsa del tumore.
L’attività fisica aumenta:
-l’ossigenazione dei tessuti e i livelli di composti protettivi, come gli antiossidanti, favorendo il controllo di
sostanze che si sono dimostrate cancerogene, come alcuni ormoni o fattori infiammatori, riducendo
inoltre la quantità di grasso corporeo e rendendo più veloce il transito degli alimenti nell’intestino.
-l’attenzione alla relazione tra desideri e capacità individuali, richiedendo la stretta collaborazione con i
medici di reparto per la valutazione di controindicazioni assolute o relative all’attività motoria.
-l’autostima verso un corpo meglio funzionante e nuove opportunità di relazionarsi in modo meno
frustrante con i propri pari.
– fiducia nel proprio corpo .Grazie ai progressi della medicina, oggi vari tipi di cancro sono curabili o
possono essere tenuti sotto controllo più a lungo. Anche negli stadi avanzati della malattia vi sono terapie
che consentono a chi è malato di avere una qualità della vita soddisfacente.
DUE ORE E MEZZA A SETTIMANA PER RIDURRE I RISCHI DI 7 TIPI DI TUMORE
I ricercatori hanno considerato ben nove diversi studi che hanno coinvolto donne e uomini di diversi paesi, oltre 755.000 individui di cui sono stati raccolte informazioni sull’attività fisica praticata nel tempo libero e su eventuali diagnosi di tumore comparse nel tempo (il tutto per circa dieci anni). Ne è emerso che chi si impegna a praticare esercizio fisico nelle modalità minime generalmente raccomandate (da 2,5 a 5 ore a settimana di attività a intensità moderata) beneficia di una riduzione significativa del rischio di 7 forme di cancro: il tumore al seno, il tumore del colon-retto negli uomini, il tumore dell’endometrio, del rene, il mieloma, il carcinoma del fegato e il linfoma non-Hodgkin nelle donne.
DI QUANTO SI RIDUCE IL RISCHIO?
Fra chi è sedentario e chi si muove per almeno due ore e mezza a settimana, il beneficio varia da un 6-10 per cento di riduzione del rischio per il cancro della mammella a un 18-27 per cento per il tumore del fegato. Nel mezzo, i tumori del colon, il cui rischio nei maschi si riduce dell’8-14 per cento, dell’endometrio (o corpo dell’utero) che calano del 10-18 per cento, del rene (11-17 per cento), del mieloma (14-19 per cento) e del linfoma non-Hodgkin che nelle donne che praticano i livelli raccomandati di attività fisica riduce il suo impatto dell’11-18 per cento. Le differenze dipendono probabilmente dai meccanismi biologici con cui il movimento esprime i suoi effetti benefici. Al contrario, sul tumore al seno la risposta dell’organismo all’esercizio fisico potrebbe essere meno diretta (ma pur sempre significativa!) perché mediata da fattori sistemici, come i livelli di ormoni sessuali, di insulina, dei marker dell’infiammazione.